"Ho letto il tuo libro, è molto bello, peccato per il finale triste".Ho ricevuto tanti apprezzamenti per "Il Punto G.D.", molti di più di quelli che leggete su questo blog, alcune persone sono timide o tecnologicamente pigre e preferiscono un sms, una frase a voce, farmi pervenire un complimento da un amico comune o comprirmi di lodi ad una presentazione. Tutte cose belle e gratificanti ma, detto dei complimenti, la critica più frequente riguarda il finale: molti lo trovano bello, ma triste e chiedono spiegazioni, esigono una motivazione. E allora, amici lettori, ecco la risposta.
Il centro commerciale abbandonato
Una giornata piovosa in piena estate diventa (purtroppo diranno molti), l’occasione perfetta per girovagare nei centri commerciali. Non sfugge alla regola questa struttura, posizionata a pochi chilometri dalla parte nord del lago di Garda. Infatti sono circondato da famiglie dai capelli biondo platino, che tradiscono le loro origini tedesche e olandesi, con mariti spesso extralarge, mamme sovrappeso, ma ancora piacenti e bambini bellissimi, destinati probabilmente a diventare come i genitori, innamorati del cibo e della birra. Ho una conferenza in zona tra qualche ora, quindi ho tempo per vagabondare tra le vetrine del centro commerciale. Curioso nel dedalo di corridoi e subito irrompe la realtà: la maggior parte dei negozi sono chiusi, cartelli impolverati raccontano di bancarotte e di vite andate a rotoli “Chiuso per cessata attività”, “Vendesi negozio”, “Fine attività”. Ci sono zone del centro completamente morte, anche i turisti sono stupiti, non capisco i loro discorsi, ma intuisco il senso di quello che dicono, glielo si legge negli occhi: sono stupiti da tanto abbandono. Girovagando scopro che sono aperti un paio di bar, un’edicola, qualche negozio di vestiti di marca, un grosso marchio di giocattoli, una lista nozze e poco altro. Altrove vedo solo polvere e sconfitte. Salgo a capo chino in macchina e penso ai sogni riposti in quelle vetrine ed oggi trasformatisi in tristezza e debiti. Lungo la strada lo scempio continua, ci sono decine di capannoni abbandonati, con cartelloni oramai rotti con le scritte “Vendesi” e “Affitasi”. Questo, oramai da qualche anno, è lo spettacolo economico/commerciale del nord est italiano (le altre zone, sud, centro, Europa, mondo, universo, aggiungetele voi). Trovate motivi per scrivere qualcosa tipo “I love shopping” o uno di quegli orrendi libretti estivi dove si raccontano di storielle divertenti intorno a negozi ed uffici? Oppure avreste preferito la solita storia di un/una quarantenne che non trova l’amore e che vuole restare giovane dentro, che si imbatte in tante avventure erotiche, sentimentali, professionali e poi arriva la principessa o il principe azzurro che abita nello stesso pianerottolo e mai notato prima e tutto magicamente si aggiusta? No amici, pur con il sorriso sulle labbra ho parlato della grande distribuzione dal suo stesso ventre, svelandovi i trucchi e le meschinità che lo alimentano, ma poi ho raccontato la mia storia, che è quella di tanti altri come me, che a ridosso dei cinquanta anni, si sono trasformati in nullità professionali, senza reddito e forse senza futuro. Se ci trovate gli elementi per scrivere un finale allegro (ma il mio non è privo di speranza), fatemelo sapere!
Con affetto.
Gianni Della Cioppa