
La catena di supermercati alimentari della Tesco Express (il terzo colosso mondiale della GDO, mica noccioline), sta trasformando l’Inghilterra in un’unica città, infatti dove arriva ed apre i quartieri assumono tutti le stesse fattezze con negozi di noti marchi multinazionali che seguono a ruota il Tesco Express, tutti nella stessa allucinante sequenza, con la conseguenza principale che chiudono gran parte degli esercizi e negozi storici. Una mutazione genetica del dna urbanistico che suona agghiacciante solo ad ipotizzarla, ma invece accade davvero. Ma venerdì e sabato 23 aprile, il quartiere di Stokes Croft, il quartiere artistico di bristol, popolato di hippies, ex ribelli, sostenitori della controcultura e dell’ecosostenibile, si è ribellato e si è scagliato contro la polizia, che voleva scacciare da una casa, di fronte al nuovo Tesco Express, occupata un gruppo di squatters (coloro che vivono abusivamente in una casa abbandonata); ne è nata una vera e propria battaglia, con cinquecento abitanti del quartiere (accanto ai ragazzi dei centri sociali c’erano normali cittadini, stufi dei soprusi della GDO), che hanno lottato contro le forze dell’ordine, distruggendo le vetrine del supermercato e appiccando il fuoco ai locali, ancora freschi di vernice. La stampa e la politica hanno spiegato la ribellione, dicendo che la zona è popolata da numerosi artisti e alternativi ed è una ribellione contro i grandi marchi, che spersonalizzano e privano dell’anima le città. Qualcuno, molto più semplicemente, ha detto che la gente è stufa di tasse e di una disoccupazione sempre crescente, anche a causa dei tanti supermercati che assumono personale molto giovane e costringono a chiudere negozi ed attività storiche, spesso gestite da persone adulte, che si ritrovano poi senza lavoro. Morale? L’arte al potere!