
La notizia
Molti produttori cinesi per cercare di vincere la repulsione di una parte della clientela, in giro per il mondo, schifata dai loro metodi inquinanti e di sfruttamento minorile e non, hanno modificato le loro etichette: non più "Made in China", ma "Made in P.R.C.". Un modo per aggirare l'ostacolo, creare confusione e sperare che qualche imbecille in più caschi nelle loro trappole.
Una breve storia
Una ventina di anni fa ero responsabile degli scarichi di un depuratore di un azienda chimica. Prendemmo una multa di alcuni milioni di vecchie lire per un valore fuori tabella di 0,03 di un elemento, con un limite massimo concesso di 1,2. Il titolare mi disse "Bella figura ci ha fatto fare". Aggiungo che in tre anni ricevemmo 18 visite a sopresa dei chimici del comune di residenza della fabbrica e che solo in quell'occasione un valore, sui circa 20 controllati per ogni analisi, fu fuori standard. Oggi, un qualsiasi controllo in qualsiasi azienda cinese, grossi marchi compresi, porterebbe a valori fuori standard definiti dagli addetti ai lavori da catastrofe nucleare. Tanto che recentemente un'indagine sui terreni, i fiumi e l'atmosfera in loco ha stabilito che "La Cina di oggi è una discarica all'aperto". Come cliente io combatterò sempre la mia battaglia. Voi regolatevi di conseguenza.
Una discarica all'aperto!! ah ah... che bella definizione!!
RispondiEliminaGino
La Cina è la rovina del mondo.
RispondiEliminadell'economia europea lo é sicuramente la rovina...
EliminaNon sarei così drastico amico anonimo, diciamo che la comunità internazionale dovrà decidersi a far rispettare le regole (rifiuti, rispetto del lavoro, retribuzioni, sindacati...) anche alla Cina, altrimenti certamente manderà in rovina il mondo...
RispondiEliminaGianni
uno degli aspetti più schifosi è che non pagano le tasse.
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