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UN PICCOLO/GRANDE REGALO PER VOI

Amiche ed amici de "IL PUNTO G.D." ,
finalmente dopo tanta attesa è arrivata la grossa novità: ecco il capitolo inedito del libro "IL PUNTO G.D.". Si tratta di un'idea lasciata volutamente fuori dalle pagine originali, proprio per poter donare agli amici del web qualcosa di unico e speciale.

Ecco a voi:
"Lost (il parcheggio sotterraneo)".
Cliccate sul link e.... buona lettura!!

lunedì 17 gennaio 2011

GLI ZOMBIE E I CENTRI COMMERCIALI



Ricordate il film "Zombie", il capolavoro horror splatter di George A. Romero del 1978? Al minuto 26 c'è una sequenza indimenticabile: alcuni superstiti sorvolano, a bordo di un elicottero, un'ampia zona verde, quando vedono degli zombie che si avvicinano ad un grande edificio. Ma quello che è veramente inquietante è il dialogo che ne segue, tra le persone a bordo del veicolo. "Ma cos'è quella cosa lì?" (e non parlano degli zombie!!). "Un centro commerciale, quel tipo di posti, dove c'è un supermercato e tanti negozi intorno". "Ma perchè gli zombie vanno proprio lì?". E qui la risposta è devastante "Forse perchè, in quel poco di barlume di vita che gli resta, tendono a fare quello che hanno sempre fatto". Come a dire che della nostra vita terrena, resterà solo il ricordo dei momenti vuoti e terribili, nei centri commerciali, al servizio della GDO. E che forse dovremo fare acquisti forzati per l'eternità. In realtà, se potessimo guardarci da fuori, credo che in questi grandi contenitori, tutti sembriamo degli zombie, che vaghiamo con i nostri carrelli, in cerca di qualcosa, senza sapere bene cosa. Terribile!!

sabato 8 gennaio 2011

I SACCHETTI DI PLASTICA INQUINANTI? SPARITI! E LE NOSTRE NONNE...


I sacchetti di plastica? Spariti

La nuova normativa di legge, in vigore dal 1° gennaio 2011 prevede lo stop dell'utilizzo dei sacchetti di plastica, sostituiti da sacchetti riciclicabili o da borse in tela, canapa o carrelli a due ruote. Esultano gli ambientalisti, che considerano questa scelta un notevole passo in avanti per la salvaguardia del pianeta, considerando che ad un sacchetto di plastica servono almeno 200 anni per essere assorbito dall'ambiente e, tanto per darvi un dato, lo scorso anno sono state prodotte oltre 260 tonnellate di sacchetti di plastica, con un consumo di petrolio pari a quello utilizzato da 160 mila automobili. Da ora i negozi - ma il consumo è legato soprattutto alla Grande Distribuzione - non potranno più vendere i sacchetti inquinanti, ma regalarli fino a smaltimento delle scorte e sostituirli con quelli riciclabili (che comunque costano di più e sono più fragili). Fa riflettere che sin dal 2 gennaio quasi tutte le catene della G.D.O. avessero disponibili solo sacchetti riciclabili e alle domande dei clienti che chiedevano i vecchi sacchetti in omaggio, la risposta era sempre la stessa: sono esauriti! Mi domando che business ci sia dietro, il sospetto è che i sacchetti inquinanti siano in viaggio, venduti a pochi euro a tonnellata, in Cina, Africa, India o chissà dove...
Personalmente, considerando l'avidità dei capitani della G.D.O., non ne sarei certo sorpreso!

E le nostre nonne...

Un'altra considerazione è che questa "conquista" non è altro che un passo indietro verso la normalità. Ricordate le nostre nonne (ma anche le nostre mamme...)? Andavano a fare la spesa con la borsa di tela, magari quella a rete, dove vedevi tutto quello che avevano comprato (dolci compresi...) e solo un progresso assurdo avrebbe poi sostituito quella comodità NON inquinante con sacchetti di plastica INQUINANTI.

mercoledì 5 gennaio 2011

Inquinamento e l'etichetta Made in P.R.C.



La notizia
Molti produttori cinesi per cercare di vincere la repulsione di una parte della clientela, in giro per il mondo, schifata dai loro metodi inquinanti e di sfruttamento minorile e non, hanno modificato le loro etichette: non più "Made in China", ma "Made in P.R.C.". Un modo per aggirare l'ostacolo, creare confusione e sperare che qualche imbecille in più caschi nelle loro trappole.

Una breve storia
Una ventina di anni fa ero responsabile degli scarichi di un depuratore di un azienda chimica. Prendemmo una multa di alcuni milioni di vecchie lire per un valore fuori tabella di 0,03 di un elemento, con un limite massimo concesso di 1,2. Il titolare mi disse "Bella figura ci ha fatto fare". Aggiungo che in tre anni ricevemmo 18 visite a sopresa dei chimici del comune di residenza della fabbrica e che solo in quell'occasione un valore, sui circa 20 controllati per ogni analisi, fu fuori standard. Oggi, un qualsiasi controllo in qualsiasi azienda cinese, grossi marchi compresi, porterebbe a valori fuori standard definiti dagli addetti ai lavori da catastrofe nucleare. Tanto che recentemente un'indagine sui terreni, i fiumi e l'atmosfera in loco ha stabilito che "La Cina di oggi è una discarica all'aperto". Come cliente io combatterò sempre la mia battaglia. Voi regolatevi di conseguenza.